
Ciao a tutti e ben ritrovati dopo un’estate che spero sia stata piacevole. In questo nostro incontro vorrei presentarvi un un giovane bassista fiorentino che si sta dimostrando oltre che un valido musicista un ottimo didatta.
Alessandro Macchioni.
Fatta questa breve presentazione lascio la parola ad Alessandro. Buon lavoro!

Ciao a tutti! In questo articolo voglio affrontare con voi una questione che per me, come musicista, è sempre stata fondamentale:
Come si costruisce il proprio stile bassistico?
Certo, approfondire gli aspetti tecnici dello strumento rende le nostre mani e la nostra mente reattivi e allenati, ma cosa ci guida quando dobbiamo compiere delle scelte nella creazione di qualcosa di nuovo, o anche solo nella personalizzazione di una linea di basso che abbiamo suonato centinaia di volte allo stesso modo?
Per rispondere a questa domanda ritengo sia necessario chiedersi cosa hanno fatto i grandi bassisti prima di noi, e comprendere le loro scelte artistiche.
Per questo ho pensato di condividere con voi una serie di trascrizioni e analisi di linee di basso che mostrino l’evoluzione dello strumento, a partire dai bluesmen degli anni 50 e 60, fino alla musica pop e rock contemporanea:
- My Home is in the Delta
Il primo bassista (contrabbassista in questo caso) che ho scelto è Willie Dixon, che a Chicago ha accompagnato i bluesmen più noti, tra cui ad esempio Muddy Waters, dal cui repertorio è tratta questa linea di basso.

Come evidenziato dalla griglia armonica, il brano è un classico blues di 12 misure in tonalità di Mi.
Il brano presenta inoltre un’ introduzione di quattro battute, in cui Willie Dixon esegue una frase che userà spesso durante l’esecuzione del brano. L’introduzione riprende le ultime quattro misure della griglia armonica.

Analizziamo il primo chorus trascritto:

L’accompagnamento è essenziale e sfrutta al massimo l’uso di tonica e quinta.
Si possono notare due principali pattern ritmici, uno più semplice:

l’altro che , sfruttando il punto di valore, può risultare di non così immediata
comprensione:

Mantenere un groove di base il più essenziale possibile è fondamentale per mettere in maggior risalto le poche variazioni, basate su terzine (solo una nel primo chorus):

e ottavi shuffle :

-Terza battuta del primo chorus ( E7 )

-Sesta battuta ( A7 )

-Decima battuta ( A7 )
Se confrontiamo il primo chorus della canzone, e quello trascritto al minuto 2:30, in cui Muddy Waters comincia nuovamente a cantare dopo l’assolo, possiamo notare come nel secondo caso Willie Dixon si conceda molte più libertà espressive e molti più passaggi ritmici e melodici, a sottolineare lo sviluppo narrativo dell’intero brano:

In conclusione, questo era l’accompagnamento di uno slow blues di 12 misure di uno dei giganti del Chicago Blues, da cui possiamo (e dobbiamo) rubare l’essenza dello stile, dell’incedere ritmico tipico e della malinconia che porta con sé. Il prossimo articolo sarà su una linea dello stesso grande bassista, ma caratterizzata da un mood completamente diverso!
